Shingeki
no Kyojin, noto in Italia con la traduzione alquanto libera “L’attacco dei
giganti”, è un manga firmato Hajime Isayama e pubblicato dalla rivista Bessatsu
Shonen Magazine dal 9 settembre 2009.
Il
manga tratteggia nella migliore tradizione dei romanzi distopici, un mondo dove,
in seguito all’attacco di terribili mostri, detti Titani, l’umanità si è
rifugiata all’interno di mura colossali e da lì prosegue la sua triste
esistenza. Per 100 anni almeno, fino a che l’apparizione di un gigante
colossale cambia per sempre il corso della storia, sfondando la prima cerchia
di mura e gettando il disfunzionale ecosistema umano nel panico.
Su
questa premessa la trama si concentra sulle peripezie di Eren, Mikasa ed Armin,
tre ragazzi che hanno assistito in prima persona alla tragica comparsa dei titani
entro le mura, per poi spostare via, via il proprio focus anche sulle altre
reclute del 104° impegnate nella lotta contro i titani.
La
serie si distingue per lo straordinario realismo molto lontano dalle tipiche
convenzioni del genere shonen. L’idealismo portato all’estremo, viene mostrato
nelle sue accezioni più negative ed i personaggi si muovono all’interno della
storia guidati dalle proprie motivazioni personali spesso di natura fortemente
egoistica ed in contrasto con quelle degli altri protagonisti. Il compito di
giudicarli viene lasciato esclusivamente al lettore, mentre l’autore si
distanzia nettamente dal conferire alla serie un taglio “buoni contro cattivi”.
Sembra
strano definire “realistica” una storia che fa del suo centro (almeno
inizialmente) lo scontro tra l’umanità e mostri giganti, ma è proprio degli
esseri umani che parla Shingeki no Kyojin e lo fa con una delicatezza che non scade
nel morboso.
Forse
è proprio a questo che va attribuito l’incredibile successo che la serie sta
riscuotendo in patria ed all’estero, in particolare negli Stati Uniti dove è
esplosa una vera e propria Titan mania. L’adattamento animato dei Wit Studio,
andato in onda dal 6 aprile 2013, rappresenta in questo senso, la consacrazione
più completa.
Con
una serie di Light Novel, due spin-off in corso ed un adattamento
cinematografico in produzione, i titani si diffondono dunque in ogni forma
mediatica.
Due note sullo stile...
Lo stile di disegno di Hajime Isayama è molto lontano dal tratto pulito e fluido dello stile shonen più mainstream. E’ sporco e non ha niente da spartire coi virtuosismi grafici dei contemporanei Kubo o Kishimoto, tanto da essere accusato da alcuni di “non saper disegnare”. Accuse che passano in secondo piano se messe a confronto con l’incredibile capacità registica di Isayama: uno storyteller decisamente fuori dal comune, capace di sfruttare il taglio stesso delle vignette per trasmettere informazioni e creare paralleli.
Shingeki
no Kyojin, con la sua struttura narrativa iniziale di continui flashback
e shoccanti colpi di scena, è una serie fatta per essere letta e riletta. Il lavoro
del lettore di “connettere i puntini” è continuo, ma è una fatica che non
stanca e anzi lascia in bocca quella soddisfazione che solo le grandi storie
sanno dare.
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